STORIA DELLA BATTELLIERI CRISTOFORO COLOMBO
Dal 1887 una storia che merita di essere conosciuta.
IL DOPO BERTOLINI
I fratelli Bertolini lasciarono alla « Colombo » una non facile eredità, vogando e vincendo su barche di tutte le misure. Famosa la battuta di Alfredo, quasi un suo testamento: « Bisogna saper remare prima di andare in barca » .
Dal ‘902 al ‘906 su nove regate, di cui due a Pavia, l’outrigger a quattro completamente rinnovato nell’equipaggio ottenne solo un secondo e un terzo posto e l’outrigger a otto un terzo posto. Molto meglio le cose andarono per la veneta a quattro: sette partecipazioni con tre primi posti e quattro secondi premi, tra cui il titolo di vice-campione italiano seniores ottenuto a Venezia.
Il 1904 è l’ anno del debutto alla « Colombo » della jole di mare a quattro vogatori, l’anno seguente sarà 1 ‘unica imbarcazione a disputare gare per la società pavese.
Ancora problemi, intanto, nel 1903 causati dall’intromissione della Giunta Municipale nell’organizzazione delle regate alle quali dona mille lire di sovvenzioni pretendendo però che sia compiuto un giro di boa anziché gareggiare sul percorso lineare.
La « Colombo » , ligia ai voleri dei propri vogatori si astiene e indice, un mese prima, le regate sociali, che hanno un grande concorso di pubblico: il successo, insperato, ripaga la società e gli atleti dei duri allenamenti quotidiani, mentre il Ticino sembra rivivere, con due grandi regate a breve distanza, il periodo migliore di continua vitalità.
Le gare sociali e le regate nazionali sul Ticino aprono un 1904 ancora ricco di ottime prestazioni, compreso il secondo posto ai nazionali di Bocca d’Arno, nella veneta juniores, seppur caratterizzato da scarse partecipazioni, che confluiscono nell’unica gara disputata dalla società ne11905.
Il.20 luglio 1904, intanto, il sodalizio ha inaugurato il vessillo. Nel corso del ricevimento il presidente, professor Tacconi, rivendica alla società alti compiti nazionalistici: « La “Colombo” tende a fare dei cittadini forti di membra e di spirito, pronti altresì alla rivendicazione nazionale di quelle terre nelle quali ancora chiamarci italiani è delitto ». Il discorso, riportato dalla « Provincia Pavese » il 27 aprile 1904, ben inquadrabile nella concezione militaresca dello sport dei primi anni del secolo e adatto all’ufficialità dell’occasione, non impensierisce i bravi vogatori esempi probanti del sano e puro sport, seguaci senza cultura e senza enfasi delle teorie decoubertiane Sono infatti la forza delle loro braccia, l’allenamento costante, la buona tecnica acquisita a riportare l~ società, dopo anni di permanenza intorno alla decima posizione, al quinto posto nella classifica remiera nazionale.
Questo risultato bilancia la poca attività del 1905 , in cui gareggia t vince solo una jole di studenti de: Regio Liceo, che puntualmente, liberi dalle occupazioni scolastiche si allenano sulle barche della « Co lombo » e, de11906, con le gare d: Salò e Pavia, che risultano un vero fallimento di pubblico e di organizzazione per la coincidenza con le gare di Corno, per gli imposti giri della boa e per il fatto di gareggiare il lunedì.
In un periodo in cui lo sport del remo è piatto e le imbarcazioni restano troppo spesso a riva, la «Colombo» decide l’ampliamento del la sede sociale, provvista ora d docce, sala da ballo, sala di lettura, terrazza e ampio locale per le riunioni invernali.
È un atto doveroso verso i duecento soci della società che spera d esser contraccambiata con maggio] interesse agonistico, in questo momento troppo calmo anche a livello nazionale.