STORIA DELLA BATTELLIERI CRISTOFORO COLOMBO
Dal 1887 una storia che merita di essere conosciuta.
LA RINASCITA SPORTIVA
Negli anni immediatamente successivi, dall’88 al ’91, la società non si impegna in regate e anche gli allenamenti sono molto rari e in sostanza inconcludenti. Ci si limita a gite nei dintorni di Pavia ad esempio a Milano e a Binasco risalendo il Naviglio, per soci e famiglie. Ma la stasi non colpisce solo la “Colombo” : per incoraggiare e promuovere lo sport del remo in chiara difficoltà dopo pochi anni di pratica, sorge a Torino nel 1888, ospitato nello chalet della “Eridano”, il Real Rowing Club Italiano, cui la “Colombo” si iscrive nel 1892, alla ripresa dell’attività agonistica.
Nel settembre dell’89, negli ambienti sportivi si parla della fusione tra le due società remiere cittadine, complice anche la vittoria nella veneta, al primo campionato italiano, della “Ticino”, che usufruisce dei vogatori dissidenti della “Colombo”, a sua volta vincitrice a Venezia con altrettanti dissociati della “Ticino”. Questi scambi si verificavano in modo talora amichevole, talora più nascosto. Questo non significava mancanza d’affetto per i propri colori; si trattava piuttosto di una situazione riferibile al momento d’inizio di tutto lo sport e alla mancanza di stimoli economici. Speso si cambiava società per amicizia nei confronti di membri di un altro sodalizio o per scaramucce e divergenze tra componenti di uno stesso armo e la cosa era naturalmente facilitata se in una sola città esistevano più società. Con l’andar del tempo questo costume si abbandonò, segno di un mutato momento storico.
Alle regate del ’90 a Pavia, ospiti i maggiori armi torinesi, piacentini, veneziani e cremonesi, la “Colombo” si prepara alla grande rentrèe.
Nel 1891 il professor Scuri lascia Pavia dopo aver vinto un concorso per il posto di direttore del Real Istituto Sordomuti di Napoli; il nuovo presidente è il ragionier Camillo Beretta. Intanto il sandolino, antenato dell’attuale canoa, è l’unica barca a difendere i colori bianco-verdi, spinto dalle braccia di Virginio Barbaini, leader su “Fritz”.
La vera svolta si ha nel ’92 con l’iscrizione al RRCI, l’acquisto del terreno su cui sorge la sede sociale dal proprietario Siro Corbella, l’ampliamento del magazzino per ospitare le barche e la creazione di un locale adibito a spogliatoio, esempi di una costante crescita e di una precisa volontà di attività, concretizzata con le regate di Lodi, dove la “Colombo” accumula tre premi, due in veneta e uno con il canotto da passeggio e un secondo premio, sempre nella veneta vincendo ben 19 medaglie d’oro, quattro d’argento e atri premi. Il ritorno a gare di una certa importanza porta alla vittoria alle regate di Genova in onore di Cristoforo Colombo, dove la società vince con la veneta “Audace” un 1° premio juniores e un 2° premio seniores. Vari festeggiamenti al rientro a Pavia, compresa la serenata di alcuni vogatori della “Ticino” da un canotto ormeggiato sotto alla sede sociale.
Completa l’annata il secondo posto al primo campionato italiano cui la società partecipa, quello di Salò e il riconoscimento della proficua attività con il sesto posto nella classifica remiera nazionale, stilata dal RRCI e pubblicata dalla “Rivista Nautica”.
Il ’93 si apre come meglio non potrebbe: ritornano le regate a Pavia, nell’ambito delle grandiose manifestazioni organizzate dal Comune e da vari enti cittadini per celebrare la Pentecoste: corse velocipedistiche, concorso ginnastico, congresso dei mandolinisti lombardi, tiro a segno, torneo di scherma, corse dei cavalli e fuochi artificiali.
Le due società remiere riunite in un comitato pro-regate alla cui presidenza è posto l’avvocato Giacomo Franchi, approntano un buon programma con due gare per venete, due per jole di mare, una per skiff e un omnium per canotti con più di dieci vogatori. La “Colombo”, con lo stesso equipaggio, formato da Virginio Barbaini, Enrico Rozza, Augusto Calderara e Alfredo Bertolini, è prima nella veneta juniores e seconda seniores. Prima anche nell’omnium con la “Illusione”, a quattordici vogatori. Altri due primi premi e un secondo, sempre in veneta, a Torino e Alessandria e la partecipazione ai campionati italiani a Orta, con l’equipaggio dell’”Audace” costretto al ritiro, sono gli altri risultati, nell’insieme rilevanti, dell’annata del rilancio di una società che si prepara ad ottenere molte vittorie iscrivendo il proprio nome nell’albo d’oro del canottaggio italiano.
Il Comune constatato il successo delle regate di maggio, finanzia quelle tra barcaioli e barcaiole per la festa di Sant’Agostino che si celebra in settembre. Il Ticino è rischiarato a giorno, solcato dalle barche addobbate con fantasia e illuminate da palloncini coloratissimi e la “Colombo”, con una veneta trasformata in un drago che getta lingue di fuoco dalla bocca, vince il primo premio. Completano la grande festa sul fiume gare tra barcaioli e barcaiole, regatanti quasi per gioco, divertimento loro e soprattutto degli spettatori, poco abituati a veder donne gareggiare. La loro provenienza era quasi interamente borghigiana: a Pavia era nota una Fregnani, della stessa famiglia che oltre a dare bravi vogatori, darà un ottimo timoniere alla “Colombo”, che competeva in forza e abilità con molti uomini.
La società è decisamente salpata verso soddisfazioni e vittorie: sette le regate nazionali cui partecipa nel 1894, Lodi, Alessandria, Pavia, Torino, Carate Lario, Pisa, Bellagio, vincendo ben dodici primi premi, tre secondi e tre terzi posti , compresi i due ai campionati italiani di Stresa. Da sottolineare che nove primi premi e due secondi sono stati ottenuti, con la veneta “Audace”, ai quattro vogatori Achille Gandini, Romeo Levini, Primo Vittadini e Carlo Ravizza, in solo quattro mesi; un ottimo risultato rapportato all’epoca, e assoluto in ogni caso, che fanno mantenere alla “Colombo” il sesto posto in classifica tra le ventidue società di canottaggio esistenti in Italia.
La sede è sempre frequentata dai soci, che superano di gran lunga le cento unità, e anche dai clienti della Società dei Bagni Pubblici del Ticino, situata oltre Ticinello e la cascina Cami, sulla riva sinistra, in una bianca palazzina. La “Colombo” che possiede un’azione da £ 25, concorre al trasposto dei soci con le sue barche in occasione di feste sul fiume, ospita, nel giardino attiguo alla sede, tutti coloro che vogliono prendere il battello all’apposita fermata presso Porta Calcinara. Quando la “Colombo” chiederà il premesso al Comune di costruire una nuova scala che dal Lungo Ticino porti sul prato e poi in riva al fiume, avrà anche l’appoggio della società dei Bagni Pubblici, consapevole di tale necessità.
Ma questa scala, col passar del tempo, da oggetto riconosciuto di pubblica utilità si trasformerà si trasformerà in oggetto del desiderio, realizzato, dopo le continue richieste del consiglio comunale del presidente Federico Vittadini, solo nell’aprile del ’95. Le cronache coeve riportano, con un certo risalto, che la concessione è stata ottenuta “senza mendicare appoggi morali e materiali” e che la “Colombo” acquista, con la costruzione della scala che dalla strada porta alla sponda, “benemerenza al cospetto di Pavia tutta”, come riporta la “Provincia Pavese” dell’8 maggio 1895.
I risultati sportivi dell’annata non ripagano l’attività, pur permettendo alla “Colombo” di acquisire il quarto posto nella classifica remiera: quattro partecipazioni a regate, Torino, Bocca d’Arno, Piacenza e Como, oltre alle gare sociali sul Ticino, fruttano tre secondi posti e due primi posti a Piacenza, nella veneta e anche nella gara omnium per battelli con l’”Illusione” guidata da Anacleto Bravo, che non dimostra alcun affaticamento pur dopo il trasferimento, la mattina stessa della gara, da Pavia a Piacenza via fiume. La terza è la “Caprera” al cui timone è il segretario della società Michele Leoncini.
Nel ’95 a Pavia non si disputano regate nazionali, ma i cittadini dimenticano ben presto il mancato spettacolo, impegnati come sono a divertirsi nei vari ritrovi che offre la città. Molte feste, di cui innumerevoli private, e molti balli: alla “Battellieri Colombo” si danza ogni settimana, funzionando dal ’94 la Sezione Ballo, propaggine della società coordinata dai soci più giovani ed esuberanti. Si balla alla “Canottieri Ticino”, al circolo “Follia”, al borghese “Pavia”, all’”Estudiantina” e all’”Associazione Universitaria”, di chiaro stampo goliardico. I teatri “Fraschini”, “Guidi”, “Bordoni” situato all’aperto in Borgo, servono per le feste di Carnevale, per i grandi veglioni e per le opere liriche e teatrali. Anche il “Circolo di Convegno”, elegante ritrovo della società-bene, è aperto tutte le settimane per i ‘lunedì danzanti’.
Questo stesso pubblico, che non perde occasione di divertirsi, ammira compiaciuto da sempre anche le belle gare sul Ticino e commenta con battute argute, ma sempre affettuose, le fatiche dei rematori durante le ben organizzate gare sociali.
Intanto l’equipaggio dell’”Audace”, con la sola eccezione di Gandini, sostituito da Quario, lascia Pavia per disaccordi con la società per gareggiare con la “Esperia” di Torino, che immediatamente li ha ingaggiati essendo i più forti vogatori sulla piazza. Il nuovo armo alla veneta a quattro, subito approntato, è composto da A. De Felici, Gaetano Barbieri, Angelo Marangoni e Ugo Mjnoia; il tempo di affiatarsi ed è subito secondo posto alle regate di Lodi.
Ma la grande soddisfazione dell’annata è la vittoria dell’outrigger a due con timoniere ai campionati italiani di Como; protagonisti sono i fratelli Alfredo ed Enrico Bertolini, timoniere Mario Albertini, che negli anni a venire diventerà uno dei maggiori nuotatori italiani di tutti i tempi e ancora oggi il più glorioso in terra pavese: vale a dire, un trio da leggenda.